Amplificatori di segnali con transistori: differenze tra le versioni

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Il Transistore come amplificatore

Il circuito amplificatore a transistore è un dispositivo analogico in grado di elevare il livello di una tensione di segnale applicata al suo ingresso; nell’esempio lo schema di un amplificatore nel quale il guadagno di tensione è fissato in G=10 pari a 20 dB [1]alla frequenza di 5000 Hz

Lo schema del circuito è riportato in figura 1 e successivamente commentato per una tensione di alimentazione di 15 V ed una corrente nel transistore di 1 mA.

figura 1


Descrizione del circuito

Questo circuito è simile a quello illustrato in figura 5 nella lezione Funzioni sviluppate con transistori di questa materia salvo la presenza del gruppo R4 ; C3 in serie alla resistenza d’emettitore R3; le funzioni svolte dalle resistenze sono:

  • il partitore resistivo R1 ; R2 polarizza la base di Tr ad un livello di tensione continua che subordina la corrente di collettore di Tr
  • i resistori R3 ; R4 limitano la corrente di emettitore di Tr
  • il resistore R5 trasforma la corrente di collettore nella tensione d’uscita
  • il resistore R3 stabilisce con R5 il guadagno di tensione del circuito

L’ingresso del circuito è corredato dal condensatore C1 allo scopo di evitare che il generatore dei segnali, da applicare ai punti (1 e 2), possa alterare il livello della tensione continua dovuto al partitore R1 ; R2.

L’uscita del circuito è corredata dal condensatore C2 allo scopo di prelevare il segnale amplificato a valor medio zero.

Il condensatore C3 in parallelo ad R4 fa sì che tale resistenza non sia influente al fine della determinazione del guadagno del circuito, ma concorra soltanto a limitare, assieme ad R3, la corrente di riposo dell’emettitore.

Funzionamento

Il funzionamento del circuito è il seguente: ad ogni incremento della tensione del segnale applicato alla base, piedini 1 e 2, si ha un corrispondente incremento di Ib e di conseguenza di Ic che provoca a sua volta un decremento di tensione tra R5 e massa; viceversa, quando il segnale applicato alla base decrementa, si ha un corrispondente decremento di Ib e di conseguenza di Ic che provoca un incremento di tensione tra R5 e massa, così che il segnale d’ingresso viene reso “invertito” all’uscita.

Questa modalità di funzionamento dell’amplificatore è detta di “classe A”.

Il guadagno di amplificazione del circuito è pari al rapporto

GR5/(R3+Re)

Sulla base dello schema elettrico e delle tensioni in gioco procediamo al dimensionamento dei componenti:


Dimensionamento dei componenti

Il transistore Tr può essere del tipo BFR17.


Il partitore R1 ; R2, che determina il punto di lavoro di Tr in zona lineare, deve essere dimensionato come segue:

Per avere la massima dinamica del segnale in uscita, senza distorsioni, è necessario che la tensione continua su R3+R4 sia circa 1/4 [2] della tensione di alimentazione

V(R3+R4)=[15 VVce(sat)]/4=(150,35)/4=3.6 V

pertanto sulla base di Tr si dovrà avere una tensione pari a

tensione sulla base = 3.6 V+Vbe=4.3 V

ottenibile con un partitore resistivo che soddisfi la relazione

(R1+R2)/15 V=R2/4.3 V

posto R2=100000 Ω si ha

R1=248000 Ω (arrotondata in 220000 Ω )

I resistori R3 ; R4, che limitano la corrente di emettitore a riposo ad 1 mA, devono essere dimensionati come segue:

R3+R4=3.6 V/0.001 A=3600 Ω


Il resistore R5 , che con R3 determina il guadagno di amplificazione ( nel calcolo del guadagno si ritiene trascurabile Re essendo piccola rispetto ai valori delle resistenze in gioco Re=27/1 mA=27Ω), per ottenere la massima escursione del segnale d’uscita deve essere:

R5=R3+R4=3600 Ω


Per avere il guadagno di amplificazione voluto di 20 dB (pari a 10 volte) il resistore R3 deve essere:

R3=R5/10=3600 Ω/10=360 Ω

ne consegue che il valore di R4 debba essere:

R4=3600 Ω360 Ω=3240 Ω arrotondata a 3300 Ω

Una valutazione complessiva della resistenza d’ingresso del circuito deve essere fatta come segue:

Il valore di Ri è dato dal parallelo dei valori di R1 ; R2 ;hfeR3

Ri(1(1/R1)+(1/R2)+[1/(hfeR3)]) da cui

Ri50000 Ω.

Una valutazione della resistenza d’uscita del circuito deve essere fatta come segue:

Il valore di Ru è dato dal parallelo della resistenza di collettore Rc e della resistenza di carico R5; il valore di Rc , per transistore con emettitore a massa, è dato da:

Rc1/hoe dove hoe è la conduttanza d’uscita su collettore per emettitore a massa, quindi:

Rc1/hoe=1/20 μ mho=50000 Ω

essendo R5=3600 Ω, si avrebbe:

Ru(1(1/Rc+1/R5)) =(1(1/50000+1/3600)) 3360 Ω

Una valutazione dei valori di C1 ; C2 deve essere fatta come segue:

Per evitare che le reattanze di C1 ; C2, rispettivamente Xc1 ; Xc2 , provochino tagli in ampiezza del segnale, sia all’ingresso che all’uscita, è ragionevole assumere questi valori dell’ordine di 1/100 delle resistenze alle quali sono collegati; quindi:

Xc1Ri/100 da cui

C1=1/6.28f(Ri/100)=1/6.285000(500)=0.068 μF


Xc2Ru/100 da cui

C2=1/6.28f(Ru/100)=1/6.285000(36)=1μF

Una valutazione del valore di C3 deve essere fatta come segue:

Se si vuole che R4 non incida sul guadagno di tensione dell’amplificatore, affidato esclusivamente ad R3, la reattanza Xc3, alla frequenza di lavoro </math>5000 \ Hz</math>, deve essere almeno 1/100 del valore diR3; pertanto si ha:

C3=1/6.28f(R3/100)=1/6.285000(3.6)=10μF

Una valutazione della tensione massima del segnale sul collettore deve essere fatta come segue:

Essendo la tensione di riposo ai capi di R5 pari a 3.6 V la tensione sul collettore è di +11.4 V e la dinamica di escursione del segnale attorno a questo valore non può che essere dell’ordine di:

escursione massima di tensione sul collettore = 23.6 V=7.2 Vpp

arrotondata prudenzialmente in 7 Vpp2.5 Veff.

Il livello del massimo segnale d’ingresso all’amplificatore deve essere:

Tensione massima d’ingresso = 2.5 Veff./10=0.25 Veff. essendo la tensione massima d’uscita 2.5 Veff ed il guadagno dell’amplificatore uguale a 10

Da un rapido calcolo sulla dissipazione delle resistenze del circuito risulta sempre:

P<0.25W

Una serie di misure può essere fatta sul circuito di figura 1 con una tensione sinusoidale di ampiezza 0.2 Veff. a 5000 Hz applicata all’ingresso; i dati indicativi dei livelli dei segnali sono misurabili con un oscilloscopio disposto in c.c. così come riportato in figura 2:


figura 2

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I valori delle tensioni riportati nella figura sono quelli ottenuti a calcolo; i rilievi strumentali evidenzieranno valori sensibilmente diversi a causa, sia delle approssimazioni fatte in sede di dimensionamento dei componenti, sia delle tolleranze sui parametri di Tr che sono indicate dal costruttore come tipiche, massime, o minime.

Si può pertanto scrivere: valori misurati » +/- 10 % (valori calcolati)

Osservazioni sul guadagno d'amplificazione del circuito

Nel calcolo del guadagno dell’amplificatore di figura 1 abbiamo utilizzato la formula

GR5/(R3+Re)

un’analisi veloce della quale farebbe pensare che incrementando a piacere R5 , si potesse ottenere qualsiasi valore di guadagno, così come si potesse incrementare il guadagno riducendo a valore zero la resistenza R3.

L’aumento di R5 in effetti incrementa il guadagno ma non indefinitivamente perché nella formula è stato omesso, per semplicità, il termine relativo alla resistenza Rc di collettore che viene a trovarsi in parallelo ad R5 ; l’omissione è stata giustificata dal fatto che R5 è di fatto molto più piccola di Rc.

La riduzione di R3 porta in realtà ad un incremento di guadagno ma affida quest’ultimo al valore di Re che non è quantizzabile con precisione e dipende, tra l’altro, anche dalla temperatura di lavoro.

Da quanto detto possiamo pertanto affermare:

Per ottenere valori di amplificazione controllati dal calcolo devono essere:

R5<<Rc

R3>>Re

Il controllo dell’amplificazione, mediante componenti esterni al transistore, si concretizza di fatto mediante l’inserzione della resistenza R3 che realizza, anche se non esplicitamente evidenziato, un semplice anello di controreazione [3] introducendo in serie alla tensione d’ingresso una piccola parte della tensione d’uscita.

Si possono realizzare stadi a transistori ad elevata amplificazione assumendo, sia valori di R5 molto grandi, sia valori di R3 nulli; in questi casi, peraltro sconsigliabili, il valore del guadagno potrà variare, sia da transistore a transistore dello stesso tipo, sia con le variazioni della temperatura ambiente, e non sarà mai calcolabile a priori con le tolleranze del +/10% alle quali abbiamo fatto cenno in precedenza.

Un circuito a transistori ad elevato guadagno di amplificazione

Forti delle osservazioni riportate a chiusura del tema precedente impostiamo un circuito ad elevato guadagno di amplificazione, 40 dB (100 volte), cercando di ottenere un dispositivo il cui guadagno sia completamente affidato a reti resistive e quindi il più possibile indipendente dai parametri dei transistori impiegati.

Un amplificatore di questo tipo può essere realizzato disponendo in cascata due circuiti, del tipo riportato in figura 1 , secondo lo schema di figura 3.

Soluzioni più snelle ed eleganti saranno prese in considerazione nelle lezioni successive.

figura 3

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I due circuiti d’amplificazione sono identici, l’uscita del primo stadio è collegata all’ingresso del secondo mediante il primo condensatore C2.

Dato che il guadagno di ciascuno dei due stadi è di 20 dB pari a (10 volte) il segnale all’ingresso (punti 1 e 2) sarà moltiplicato per 10 volte nel primo stadio ed altre 10 volte nel secondo per un totale di 100 volte, pari a 40 dB

Alcune considerazioni devono essere fatte:

  • Controllo della resistenza d’ingresso del secondo stadio:

La Ri del secondo stadio deve essere Ri>>R5 del primo stadio per non caricare R5 stessa; le due resistenze calcolate nell'esercizio precedente soddisfano il requisito essendo:

Ri=50000 Ω

R5=3600 Ω

  • Controllo del massimo segnale applicabile all’ingresso dell’amplificatore (punti 1 e 2):

Se il massimo segnale d’uscita dell’ultimo stadio è 2.5 Veff. (valore calcolato nell’esercizio precedente) il massimo segnale all’ingresso del nuovo amplificatore dovrà essere:

Ving.max=2.5Veff./100=25 mVeff.

  • Controllo del consumo:

Quando gli amplificatori di tensione utilizzano più stadi è opportuno eseguire un semplice computo del consumo previsto:

consumo dei due partitori di base

I=2[15V/(R1+R2)]=215/320000=0.1 mA

consumo dei due transistori in assenza di segnale (dai calcoli precedenti)

I=2Ic=21 mA=2 mA


  • Osservazioni sui componenti:

I componenti già calcolati in precedenza per la frequenza di 5000 Hz sono:

R1=220000 Ω

R2=100000 Ω

R3=360 Ω

R4=3300 Ω

R5=3600 Ω

C1=0.047μF

C2=1μF

Ca=15μF.  : Quest’ultimo componente si rende prudenzialmente necessario per evitare accoppiamenti spuri tra il primo ed il secondo stadio attraverso i cavi d’alimentazione del +15 V.

Osservazioni sul circuito di misura: Il circuito di misura presenterà livelli di tensioni continue analoghe a quelle misurabili nel circuito di figura 2.

Con una tensione d’ingresso di 20 mVeff. a 5000 Hz l’uscita ai punti (3 e 4) sarà di 2 Veff e, contrariamente al circuito ad un solo stadio, sarà in fase con la tensione d’ingresso.

Il guadagno dell’amplificatore risulterà di circa 100volte; per questa ragione il circuito dovrà essere costruito con cura evitando percorsi lunghi nei collegamenti e curando che la “zona di massa” venga collegata ad un involucro metallico che potrà fungere da contenitore provvisorio del circuito sperimentale.

Un controllo generale del consumo è consigliabile perché eventuali notevoli differenze tra il valore calcolato ed il valore misurato possono essere indicative di instabilità dell’amplificatore ( tendenza indesiderata all’oscillazione).

Con guadagni dell’ordine di 40 dB l’uscita dell’amplificatore evidenzia un poco di rumore dovuto in prevalenza all’agitazione termica dei componenti del primo stadio; trascuriamo il calcolo e il rilievo di questo rumore riservandoci un’analisi accurata del fenomeno nelle lezioni seguenti.

Note

  1. I guadagno G espresso in deciBel (dB ) si computa facendo il logaritmo del rapporto tra due grandezze : G=20Log(su/si) dove si = tensione d’ingresso piedini 1 e 2, su = tensione d’uscita piedini 3 e 4) (si veda appendice A0 )
  2. Stabilito a priori che il valore di picco della tensione d'uscita non dovrà essere superiore a 3 Vp questo rapporto garantisce che in regime dinamico il transistore non sfiori la saturazione (si veda figura 2).
  3. Della controreazione si tratterà nelle successive lezioni ( si veda appendice A1 )