Forme bilineari

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In questa lezione comincia il nostro studio degli spazi euclidei, cioè spazi in cui sono definiti i classici concetti metrici quali angolo, distanza, perpendicolarità, ecc... che non abbiamo mai affrontato (e non hanno senso) in uno spazio vettoriale normale.

Forme bilineari

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Inoltre b si dice simmetrica se

b(𝐯,𝐰)=b(𝐰,𝐯)

mentre si dice antisimmetrica se

b(𝐯,𝐰)=b(𝐰,𝐯)

sempre per ogni 𝐯𝐰V.

Vediamo alcuni esempi di forme bilineari.

  1. La forma bilineare nulla 0(𝐯,𝐰)=0 è una forma bilineare simmetrica e antisimmetrica.
  2. Il prodotto riga per colonna usuale nel calcolo matriciale è una forma bilineare. Infatti, sia A=(aij)Mn(𝕂) e consideriamo i vettori colonna 𝐱,𝐲, abbiamo
    b(𝐱,𝐲)= t𝐱A𝐲=i,j=1nxiaijyj𝕂
    Dimostrate per esercizio che si tratta effettivamente di una forma bilineare.
  3. Se la matrice dell'esempio 2 A=(aij)Mn(𝕂) è la matrice identità, otteniamo la cosiddetta forma simmetrica standard su 𝕂 definita come
b(𝐱,𝐲)= t𝐱𝐲=i,j=1nxiyi=x1y1+x2y2++xnyn𝕂

Vediamo ora la matrice associata ad una applicazione bilineare. Template:Riquadro

Prodotti scalari

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Teorema (Disuguaglianza di Schwarz)

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Dimostrazione

Supponiamo i vettori diversi da zero, altrimenti il teorema è banale.

Sia 𝐰 un vettore combinazione lineare di 𝐯1 e 𝐯2, quindi 𝐰=x1𝐯1+x2𝐯2. Per la definizione di prodotto scalare:

0 <𝐰,𝐰>=<x1𝐯1+x2𝐯2,x1𝐯1+x2𝐯2>=x12<𝐯1,𝐯1>+2x1x2<𝐯1,𝐯2>+x22<𝐯2,𝐯2>.

Prendendo 𝐰 tale che x1=<𝐯2,𝐯2> e x2=<𝐯1,𝐯2> otteniamo al secondo membro

<𝐯2,𝐯2>2<𝐯1,𝐯1>2<𝐯2,𝐯2><𝐯1,𝐯2>2+<𝐯1,𝐯2>2<𝐯2,𝐯2>

.

Dividendo ambo i membri per <𝐯2,𝐯2>, che è strettamente positivo perché abbiamo supposto 𝐯2 non nullo, otteniamo

0 <𝐯2,𝐯2><𝐯1,𝐯1><𝐯1,𝐯2>2<𝐯1,𝐯2>2 <𝐯2,𝐯2><𝐯1,𝐯1>

L'eguaglianza vale se e solo se:

𝐰=x1𝐯1+x2𝐯2=<𝐯2,𝐯2>𝐯1<𝐯1,𝐯2>𝐯2=0

, cioè

𝐯1

e

𝐯2

sono linearmente dipendenti.


Norma di un vettore

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Utilizzando la norma, si può esprimere la disuguaglianza di Schwartz come |<𝐯,𝐰>|  ||𝐯|| ||𝐰||. La norma di un vettore gode delle seguenti proprietà:

  1. ||𝐯||0, 𝐯0
  2. ||x𝐯||=|x| ||𝐯||, x𝕂
  3. ||𝐯+𝐰||||𝐯||+||𝐰|| e vale l'uguaglianza se e solo se 𝐯 e 𝐰 sono paralleli.

La proprietà 3 è la nota disuguaglianza triangolare che dimostriamo nel seguente modo:

||𝐯+𝐰||2=<𝐯+𝐰,𝐯+𝐰>=||𝐯||2+2<𝐯,𝐰>+||𝐰||2||𝐯||2+2||𝐯|| ||𝐰||+||𝐰||2=(||𝐯||+||𝐰||)2||𝐯+𝐰||||𝐯||+||𝐰||


Vettori e insiemi ortogonali

Due vettori 𝐯,𝐰V si dicono ortogonali (o perpendicolari) se e solo se <𝐯,𝐰>=0.

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Se un insieme ortogonale od ortonormale è una base di una spazio vettoriale, si dice semplicemente che tale base è una base ortogonale o ortonormale.

Lemma

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Dimostrazione

1. Basta dimostrare che se due vettori non nulli sono ortogonali, allora sono indipendenti.

Siano 𝐯1 e 𝐯2 due vettori non nulli, e tali che <𝐯1,𝐯2>=0. Sia 𝐰 un qualunque vettore combinazione lineare di 𝐯1 e 𝐯2, ossia 𝐰=x1𝐯1+x2𝐯2.

Devo dimostrare che 𝐰=0 implica che x1=x2=0.

Sia 0=𝐰=x1𝐯1+x2𝐯2. Allora deve succedere che

0=<𝐰,𝐰>=<x1𝐯1+x2𝐯2,x1𝐯1+x2𝐯2>=x12<𝐯1,𝐯1>+x22<𝐯2,𝐯2>+2x1x2<𝐯1,𝐯2>=x12<𝐯1,𝐯1>+x22<𝐯2,𝐯2>

Quindi x12<𝐯1,𝐯1>=x22<𝐯2,𝐯2>.

I due vettori sono non nulli, quindi i due prodotti scalari sono positivi, e quindi, affinché l'eguaglianza valga, deve essere che x12 e x22 devono essere nulli, da cui segue la tesi.

2. Dalla 1. segue che un insieme di n vettori indipendenti in uno spazio V di dimensione n è una base.

3. Fissiamo un indice j{1,,n}, e sia 𝐰j un vettore della base ortogonale. Prendiamo un vettore 𝐯V, e sia 𝐯 il vettore definito nell'enunciato. Ecco cosa succede:

<𝐰j,𝐯>=<𝐰j,𝐯><𝐰j,i=1n<𝐯,𝐰i><𝐰i,𝐰i>𝐰i>=<𝐰j,𝐯>i=1n<𝐯,𝐰i><𝐰i,𝐰i><𝐰j,𝐰i>

Visto che stiamo in una base ortogonale, <𝐰j,𝐰i>=0, ij, e quindi la sommatoria si riduce al termine <𝐯,𝐰j><𝐰j,𝐰j><𝐰j,𝐰j>=<𝐯,𝐰j>.

In definitiva: <𝐰j,𝐯>=<𝐰j,𝐯><𝐯,𝐰j>=0.

Tutto ciò è vero, qualunque sia

𝐯

e qualunque sia

j

, ossia la tesi.


Procedimento di ortogonalizzazione di Gram-Schmidt

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Dimostrazione

Osserviamo che 𝐰i(𝐯1,,𝐯i), i{1,,n} e che ogni 𝐰i è non nullo. Infatti, se per assurdo un qualche 𝐰p fosse nullo, avremmo

𝐰p=𝐯pi=1n1<𝐯p,𝐰i><𝐰i,𝐰i>𝐰i𝐯p=i=1n1<𝐯p,𝐰i><𝐰i,𝐰i>𝐰i(𝐯1,,𝐯n1) e questo contraddice l'ipotesi che B sia una base.

Per il Lemma precedente, sappiamo che ogni 𝐰p è ortogonale al vettore 𝐰p1 che lo precede nella n-upla O, dunque O è un insieme ortogonale.

Sempre per il Lemma deduciamo che i

𝐰i

sono linearmente indipendenti e pertanto costituiscono una base.


Questo algoritmo ci permette di ottenere una base ortogonale a partire da una base di partenza data.

Proposizione (esistenza di una base ortonormale)

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Dimostrazione

<𝐮r,𝐮s>=<1||𝐯s||𝐯s,1||𝐯r||𝐯r>=1||𝐯r|| ||𝐯s||<𝐯r,𝐯s>={1, r=s0, rs

Dunque tutti i vettori 𝐮i sono ortonormali.


Esempi

  1. Sia (V,<,>) di dimensione 4 e sia {𝐞1,𝐞2,𝐞3,𝐞4} una base di V ortonormale (è la base canonica). Consideriamo poi i vettori
𝐯1=(0,1,0,1), 𝐯2=(2,1,0,1), 𝐯3=(1,0,0,1), 𝐯4=(0,0,1,0)

.

Applichiamo il procedimento di Gram-Schmidt per ottenere una base ortogonale.
𝐰1=𝐯1
𝐰2=𝐯2<𝐰1,𝐰2><𝐰1,𝐰1>𝐰1=𝐯222𝐰1=𝐯2𝐯1=2𝐞1
𝐰3=𝐯3i=12<𝐯3,𝐰i><𝐰i,𝐰i>𝐰i=𝐯3<𝐯3,𝐯1><𝐯1,𝐯1>𝐯1<𝐯3,2𝐞1><2𝐞1,2𝐞1>2𝐞1=𝐯312𝐯1242𝐞1=12𝐞2+12𝐞4
𝐰4=𝐯4i=13<𝐯4,𝐰i><𝐰i,𝐰i>𝐰i==𝐯4

Dunque ((0,1,0,1),2𝐞1,12𝐞2+12𝐞4,(0,0,1,0)) è una base ortogonale di V.

Proposizione

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Dimostrazione
<𝐯,𝐰>= <i=1nxi𝐮i,j=1nyj𝐮j>=ij=1nxiyj<𝐮i,𝐮j>+i=1nxiyi<𝐮i,𝐮i>=0+i=1nxiyi=i=1nxiyi