Amplificatori operazionali

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L’amplificatore operazionale ha questo nome perché consente di eseguire alcune operazioni di carattere matematico su due o più segnali elettrici.

Le operazioni svolte da questo circuito possono essere di somma o differenza e, con particolari accorgimenti circuitali, di differenziazione od integrazione.

Descrizione e calcolo di un circuito operazionale

Lo schema elettrico di un amplificatore operazionale a transistori è mostrato in figura 1:


figura 1

Template:Clear Il circuito è formato da tre transistori collegati in cascata, collettore Tr1- base Tr2, collettore Tr2-base Tr3. Ciascun transistore è dotato di resistenza di carico rispettivamente R3 per Tr1, R4 per Tr2, R5 per Tr3, tutti i transistori hanno l’emettitore a massa.

Essendo in numero dispari i transistori d’amplificazione il segnale d’uscita è in fase opposta al segnale d’ingresso.

Il circuito è dotato di un anello di controreazione[1] in corrente continua formato dal partitore R2 ; R1 e di un insieme di anelli di controreazione in corrente alternata formati dalle reti Ri1 ; Ri2 ; ... Rin con R2 e C1.

L’anello di controreazione in corrente continua ha il compito di fissare la tensione a riposo del punto di lavoro di Tr3, ovvero dell’uscita “u” dell’operazionale; svolge inoltre la retrocessione del segnale d’uscita all’ingresso creando in tale punto ( la base di Tr1 ) un nodo a bassissima impedenza.

Il nodo d’ingresso è la confluenza di tutte le resistenze d’ingresso da Ri1 ad Rin , ai capi delle quali, indicati con i1 ; i2 ; in, sono applicabili i segnali d’ingresso che devono essere trattati nel processo matematico voluto.

Per ciascun ingresso, i1 ; i2 ; in, la rete di controreazione in corrente alternata stabilisce un valore del guadagno pari a:

Gca1=R2/Ri1

Gca2=R2/Ri2

-- --

Gcan=R2/Rin

formule valide per Xc1<<Ri1 ; Xc1<<Ri2 ; Xc1<<Rin

Se vengono applicati due segnali S1,S2, agli ingressi i1 ed i2, l’amplificatore operazionale ne eseguirà la somma algebrica Ss secondo l’espressione:

Ss=S1Gca1+S2Gca2

Con gli elementi acquisiti vediamo ora un esempio pratico di dimensionamento del circuito per la seguente applicazione:

Si debba realizzare un circuito sommatore tra due segnali a 15800 Hz , in fase tra loro, aventi rispettivamente le ampiezze: S1=1.3 Veff. ; S2=0.3 Veff.

Dimensionamento del sommatore

Prima di iniziare i calcoli per determinare i componenti circuitali è necessario osservare:

Tutti i conteggi che saranno fatti per stabilire il punto di lavoro in corrente continua saranno subordinati dall’assunzione del valore della Vbe di Tr1 che è ipotizzabile intorno a +0.6 V.

Il valore reale della Vbe sarà sensibilmente diverso da quello messo a calcolo a causa delle caratteristiche di Tr1, della temperatura e dall’assestamento dell’anello di controreazione in corrente continua.

Ne consegue che i valori calcolati saranno soltanto a carattere indicativo; le misure in laboratorio potranno dare i valori reali assunti dal circuito.

Si procede ora per punti:

Calcolo della tensione d’alimentazione

Avendo posto per Ss un valore massimo di 10 Vpp la tensione d’alimentazione dovrà essere

Valim.=Ss+Vce(sat)

assumendo prudenzialmente una Vce(sat)=2 V si avrà:

Valim.=10 V+2 V=12 Vcc


Selezione dei transistori

Dalla tensione d’alimentazione calcolata ( +12 Vcc ) , dalla Vce(sat) assunta (+2 V ), dalla frequenza di lavoro (15800 Hz ) e dalla mancanza della richiesta di potenza d’uscita si possono scegliere per i tre transistori il tipo 2N1711 già descritti nelle lezioni precedenti.

Calcolo dei componenti

Determinazione del punto di lavoro di Tr3 e calcolo di R1 ; R2:

Una delle caratteristiche dell’anello di controreazione in corrente continua permette di polarizzare il punto di lavoro di Tr3, ovvero dell’uscita “u” dell’operazionale, ad un valore di tensione da stabilire in base alle necessità d’impiego; dato che la tensione di alimentazione è stata fissata in Valim.=+12 Vcc e che si è imposto Ss=10 Vpp sarà opportuno che la tensione di riposo all’uscita “u” sia di +7 V affinché l’escursione del segnale possa variare da 7 V+5 Vp=12 a 7 V5 Vp=2 V ; giocando ora sul valore della Gcc=Vu/Vbe

Gcc=7 V/0.6 V=11.66

e quindi impostare il partitore R2 ; R1 secondo l’equazione :

(R2+R1)/R1=Gcc

che risolta per un valore ragionevole di R2=100 kΩ , tale da non rappresentare un carico inutile per Tr3, fornisce il valore di R1:

(100 Ω+R1)/R1=11.66

R1=100 KΩ/10.66=9380 Ω

(da arrotondare a 10000 Ω )

Determinazione delle resistenze di carico R5 ; R4 ; R3

La resistenza R5 costituisce il carico di Tr3 e ne condiziona la corrente; non essendo richiesta potenza d’uscita si può fare lavorare Tr3 con una corrente di solo 1 mA ed ottenere, in base alla tensione di riposo fissata in 7 V , il valore di R5 :

R5=(Valim.7 V)/1 mA=5000 Ω ( da arrotondare a 4700 Ω)

La resistenza R4 deve fornire la corrente di base per Tr3 e la corrente di collettore per Tr2; per la prima, essendo stata fissata per Tr3 una corrente di lavoro di 1 mA , assumendo hFE=100 la corrente di base richiesta è:

Ib(Tr3)=1 mA/100=0.01 mA

Se concediamo al collettore di Tr2 una corrente di 10 volte la corrente di Ib(Tr3) la corrente totale in R4 risulta Ir4=110 μA e il suo valore è dato da

R4=(Valim.Vbe)/Ir4=(120.6)/110 μA=103636 Ω (da arrotondare a 100000 Ω)

La resistenza R3 deve fornire la corrente di base per Tr2 e la corrente di collettore per Tr1; per la prima, essendo stata fissata per Tr2 una corrente di lavoro di 100 μA, assumendo hFE=100 la corrente di base richiesta è:

Ib(Tr2)=100 μA/100=1 μA

Se concediamo al collettore di Tr1 una corrente di 100 volte la corrente di Ib(Tr2) la corrente totale in R3 risulta Ir3=101 μA e il suo valore è dato da:

R3=(Valim.Vbe)/Ir3=(120.6)/101 μA=112870 Ω (da arrotondare a 100000 Ω)


Calcolo dei componenti Ri1 ; Ri2 ; C1

Il calcolo di Ri1 e Ri2 deve portare al corretto valore della somma Ss secondo i valori:

Ss=S1+S2=1.3 Veff+0.3Veff=1.6Veff


La somma precisa Ss si ottiene se Gca1=Gca2=1 ovvero se Ri1=Ri2=R2=100000 Ω.

Dati i valori di Ri1 e Ri2 è semplice dimensionare C1 affinché sia Xc1<<R2;

se poniamo Xc1=R2/1000 si ha:


Xc1=100000/1000=100 Ω

e quindi

C1=1/(2πfXc1)=1/(6.2815800 Hz100 Ω)0.1μ F


Prove di laboratorio

La lezione si conclude con un esame delle tensioni e delle forme d’onda che si potranno misurare una volta assemblato il circuito operazionale in laboratorio: esse sono riportate e commentate mediante l’aiuto della figura 2:

figura 2

Template:Clear

L'esame è relativo al controllo della funzione somma e della regolarità dell'onda in uscita che non deve presentare distorsioni.

Il circuito di misura prevede, per S1=1.3 Veff e S2=0.3 Veff il rilevamento dati al massimo livello d'uscita di 10 Vpp.

Quesata condizione si ottiene, dopo alcuni calcoli, nell'attribuire due particolari valori di:

Ri173 kΩ per il segnale S1 e

Ri217 kΩ per il segnale S2

Tutte le tensioni continue, da misurarsi in assenza di segnali, sono rilevabili mediante un voltmetro da 100 kΩ/volt , i segnali sono misurabili mediante un oscilloscopio disposto in c.c.

I valori delle tensioni continue saranno rispondenti ai valori calcolati con tolleranze di circa il +/20%; i valori dei segnali saranno rispondenti ai valori calcolati con tolleranze di +/10 %.

Non sono indicate, perché non significative, le tensioni di segnale all’interno degli anelli di controreazione.

Esercizio libero di calcolo di un amplificatore operazionale a transistori

Un secondo esempio d’applicazione dell’amplificatore operazionale descritto sopra può essere d’interesse:

Si debba realizzare un circuito sommatore tra due segnali a 600 Hz, in fase tra loro, aventi rispettivamente le ampiezze: S1=2.5 Veff e S2=0.5 Veff, si voglia, all’uscita dell’operazionale il segnale “Ss” somma dei due.

Si proceda ora per punti, come nell'esercizio precedente, utilizzando come basi di calcolo gli elementi esposti nello schema elettrico riportato in figura 3:

figura 3

Template:Clear

Note

  1. Si veda appendice A1 [[1]]