Definizione di limite per funzioni reali di variabile reale

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Punto di Accumulazione

Sia A,A,x0, H un intorno di x0 e x0 l'insieme degli intorni di x0.
Si dice che x0 è un punto di accumulazione di A se

(A{x0})H0,Hx0

quindi

Hx0xAxH,xx0

In altri termini, per ogni intorno del punto x0, esiste almeno un altro punto di A che non sia x0.

Si dice derivato di A l'insieme dei punti di accumulazione di A e si indica con D(A).

Esempio

± punti di accumulazione

Sia A. Si dice che + è un punto di accumulazione di A se:

AL,L+

In questa definizione evitiamo di specificare A{+} perché + non è un punto di A.

Possiamo dedurre questa interessante osservazione: Template:Riquadro

Definizione di Limite

Sia f:A,A. Scrivere

limxx0f(x)=λ

significa che se x è "vicino" a x0 allora anche f(x) è vicina a λ .

Questa idea intuitiva ci dice che il limite rappresenta la vicinanza di una funzione ad un determinato valore (sia esso un numero reale o ±) per x che tende ad un certo valore (anche qui sia esso un numero reale o ±). Per comodità di notazione scriveremo

¯={,+}

Enunciamo ora la definizione di limite: Template:Riquadro

Questa è la definizione generale di limite per una funzione. È davvero molto importante e BISOGNA saperla maneggiare con grande naturalezza. Vediamo ora come si può utilizzare questa definizione e come si trasforma a seconda dei casi.

Caso1: x0 e limite reale

In questo caso, con x0 reale e il limite reale, abbiamo

{λ={]λε,λ+ε[,ε>0}x0={]x0δ,x0+δ[,δ>0}

Dunque, limxx0f(x)=λ lo possiamo rappresentare in base alla definizione di limite come

ε>0δ>0 : f(x)]λε,λ+ε[,xA{x0},x]x0δ,x0+δ[

Ma possiamo giungere anche ad una notazione un po' più compatta. Infatti notiamo che

f(x)]λε,λ+ε[]λε<f(x)<λ+ε[ε<f(x)λ<ε|f(x)λ|<ε

ed allo stesso modo

x]x0δ,x0+δ[=x0δ<x<x0+δ=δ<xx0<δ|xx0|<δ

Si ottiene infine, con questa nuova notazione,

ε>0δ>0 : |f(x)λ|<ε, xA{x0},|xx0|<δ

che è la notazione compatta e più operativa che useremo d'ora in avanti.

Caso2: x0 e limite +

I rispettivi intervalli sono

x0=]x0δ,x0+δ[ e +=]y,+[, y

La definizione di limite diventa per questo caso

yHx0 : f(x)>y, xA{x0},xI

e nella versione operativa

yδ>0 : f(x)>y, xA{x0},|xx0|<δ

Caso3: x0 e limite

I rispettivi intervalli sono

x0=]x0δ,x0+δ[ e =],y[, y

Dunque, la definizione di limite diventa

yHx0 : f(x)<y, xA{x0},xI

e nella versione operativa

yHδ>0 : f(x)<y, xA{x0},|xx0|<δ

Caso4: x0=+ e limite reale

Procediamo come al solito, con i rispettivi intervalli che sono

+=]y,+[,y e λ=]λε,λ+ε[

La definizione di limite è allora

Lλy : f(x)L, x>y

cioè per ogni intervallo del limite, esiste un numero reale y tale che il valore della funzione è vicino al limite quanto si voglia, per un opportuno x abbastanza grande ed in particolare sempre più grande di y (tendente quindi a +).

In versione compatta abbiamo

ε>0y : |f(x)λ|<ε, x>y

Caso5: x0= e limite reale

=],y[,y e λ=]λε,λ+ε[

La definizione di limite è

Lλy : f(x)L, x<y

cioè per ogni intervallo del limite, esiste un numero reale y tale che il valore della funzione è vicino al limite quanto si voglia, per un opportuno x abbastanza piccole ed in particolare sempre più piccolo di y (tendente quindi a ).

In versione compatta abbiamo

ε>0y : |f(x)λ|<ε, x<y

Caso6: x0,λ=+

x0=+=]y,+[,y e λ=+=]z,+[,z

e dunque

yz : f(x)>y, x>z

Questi sono sostanzialmente i modelli di tutti i casi di limite. Come esercizio provate a fare voi gli altri, cioè nel caso di

  • x0=, λ=+
  • x0=, λ=
  • x0=+, λ=.