I moduli tecnici

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Template:Risorsa I moduli tecnici precedentemente introdotti hanno un significato fisico ben preciso[1].

Per comprendere ciò si consideri uno stato di tensione monoassiale, in cui ad esempio agisca solo la tensione σ11. In questa condizione si ha:

{ϵ11=1Eσ11ϵ22=ϵ33=1Eνσ11γ12=γ13=γ23=0

Il modulo E, cioè, rappresenta un coefficiente di proporzionalità tra la tensione agente in una direzione e la dilatazione lineare che essa provoca nella sua stessa direzione. Rappresenta, cioè, la capacità che il corpo oppone al tentativo di deformazione offerto dalla tensione considerata, e all'aumentare del suo valore decresce la deformazione sotto una medesima tensione.

Il coefficiente ν rappresenta il rapporto esistente tra le deformazioni laterali ϵ22=ϵ33 e la deformazione nella direzione della tensione applicata. Esso rappresenta, in pratica, la capacità che il corpo ha di opporsi all'espansione o alla contrazione laterale. All'aumentare del suo valore si ha un aumento delle deformazioni laterali.

Si consideri ora uno stato tensionale in cui agisca solo una tensione τ12. In questo caso l'unica componente di deformazione presente è:

γ12=1Gτ12

Il modulo G, cioè, rappresenta il corrispettivo per le tensioni tangenziali del modulo E, ed è dunque la capacità che il corpo ha di opporsi agli scorrimenti.

Correlazioni tra i moduli tecnici

I moduli tecnici, in realtà, non sono indipendenti tra loro: noti due di essi, è possibile derivare la conoscenza del terzo.

Per dimostrare questa asserzione si considerino le relazioni di elasticità trovate in precedenza riferite a due deformazioni lineari generiche, di normali 𝐧;𝐦 e supponendo ad esempio che l'altra normale coincida con la direzione y3:

{ϵn=1E[σnν(σm+σ33)]ϵm=1E[σmν(σn+σ33)]

Sottraendo i termini si ottiene:

ϵnϵm=1E[σnν(σm+σ33)]1E[σmν(σn+σ33)]

Da cui:

E(ϵnϵm)=σnν(σm+σ33)σm+ν(σn+σ33)

E(ϵnϵm)=(1+ν)(σnσm)

Si supponga ora che le direzioni considerate coincidano con le bisettrici del piano y1,y2, per cui caratterizzate dai coseni direttori n1=2/2;n2=2/2;n3=0;m1=2/2;m2=2/2;m3=0. Essendo ϵn=i,k=13ϵiknink si ottiene:

ϵn=ϵ12+ϵ22+γ122ϵm=ϵ12+ϵ22γ122

Sottraendo membro a membro:

ϵnϵm=γ12

Agendo in maniera analoga si può ottenere:

σnσm=2τ12

Si può, dunque, scrivere:

E(ϵnϵm)=(1ν)(σnσm)Eγ12=2(1+ν)τ12G=E2(1+ν)

Di conseguenza, le costanti elastiche indipendenti nel caso di materiale iperelastico lineare omogeneo e isotropo si riducono a due.

Valori dei moduli tecnici

I moduli tecnici, tuttavia, non possono assumere valori qualsiasi. I limiti imposti ai loro valori si deducono direttamente dalla definizione di energia di deformazione, e dalla considerazione fatta della sua necessaria positività. Esprimendola in termini di tensioni principali si ottiene:

ϕ=12E(s12+s22+s32)νE(s1s2+s1s3+s2s3)

La positività di questa equazione può essere studiata attraverso la positività della matrice associata:

[1EνEνEνE1EνEνEνE1E]

Senza entrare nei dettagli matematici, la risoluzione del problema porta a definire i seguenti limiti teorici:

{E>0G>01<ν<12

Si fa notare che un valore di ν negativo corrisponde ad una situazione in cui un corpo in trazione si espande lateralmente e viceversa un corpo in compressione. Questo fatto, per quanto teoricamente possibile, è controintuitivo e nelle applicazioni pratiche, da riscontri con i dati sperimentali, si preferisce fornire la limitazione che:

0<ν<12

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Note

  1. Proprio in base a questa caratteristica di avere una immediata interpretazione fisica sono solitamente preferiti nella pratica tecnica, e in generale sono più facilmente ricavabili attraverso prove di laboratorio, al contrario con le corrispettive costanti elastiche componenti il tensore C o A