Trasformazione di variabili casuali

Da testwiki.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Template:Risorsa Consideriamo due casi:

  • date X, una variabile casuale, e Y=g(X), con g() opportuna, bisognerà caratterizzare la nuova variabile casuale Y, cioè calcolarne FY e fY.
  • date X e Y variabili casuali, bisognerà calcolare la g() opportuna in modo tale che Y=g(X).

Cominciamo con definire i requisiti della trasformazione g() in modo tale da ottenere ancora una variabile casuale. Si consideri una variabile casuale n-dimensionale X definita su uno spazio di probabilità {Ω,F,P} con

X:Ωn

misurabile da (Ω,F) a (n,𝔹(n)). Sia g():nm una funzione misurabile da (n,𝔹(n)) a (m,𝔹(m)), detta funzione di Borel; definiamo

Y=g(X)

dove

Y:Ωm

tale che

Y(s)=g(X(s)) sΩ

Template:Matematica voce

Template:Matematica voce

Noi vedremo trasformazioni di tipo 11, 22 e 21.

Trasformazioni di tipo 11

Template:Matematica voce

Template:Matematica voce

Template:Matematica voce

Template:Matematica voce

Template:Matematica voce

Calcolo della densità di probabilità

Vediamo un metodo che permette di calcolare la densità di probabilità di una variabile casuale Y ottenuta dalla trasformazione

Y=g(X)

con X variabile casuale e g() funzione misurabile.

Con variabili casuali discrete

Sia X una variabile casuale discreta, con

fX(x)=ipiδ(xxi)

Allora, dato che y=g(x), si ha

fY=ipiδ(yg(xi))

Può darsi che due xi vadano nella stessa yi=g(xi), quindi si possono anche ottenere meno valori possibili, nella Y.

Con variabili casuali continue

Sia X una variabile casuale continua con fX(x) continua. Sia g(X) continua e derivabile. Consideriamo tutta la probabilità nell'intervallo (a,b):

P(a<x<b)=1

Identifichiamo vari sottocasi:

g() monotona crescente

Se g() è monotona crescente, allora ci interessano i valori di probabilità in (a,x].

FY(y)=P(Yy)=P(a<Xx)=axfX(α)dα

Si definisce la funzione

x=ψ(y)=g1(y)

inversa di g(). Allora,

FY(y)=aψ(y)fX(α)dα.

Sappiamo che

fY(y)=dFY(y)dy=fX(ψ(y))dψ(y)dy

dove

dψ(y)dy=[dgdx[g1(y)]]1

che è la derivata inversa, che coincide con l'inversa della derivata, calcolata in g1(y). Quindi, abbiamo ottenuto

fY(y)=fX(g1(y))dgdx(g1(y))
g() monotona decrescente

Nel caso in cui g() è decrescente, ci interessa il supporto [x,b). Si ha

FY(y)=g1(y)bfX(α)dα=fY(y)=fX(g1(y))1dgdx(g1(y))

g() monotona

In generale, se g() è monotona, si ha

fY(y)=fX(g1(y))1|dgdx(g1(y))|

Questa è l'espressione generale per le funzioni di tipo monotono. Si ha che fY=0 se

Y∉ codominio di g()
g() non monotona

Ipotizziamo che sia possibile partizionare (a,b) in un numero finito di sottointervalli (xi,xi+1) in cui g() è monotona (crescente o decrescente che sia). Allora,

FY(y)=P(Yy)=P(XΔ1)+P(XΔ2)+

dove

P(XΔ1)=x1x2fX(α)dα
P(XΔ2)=x3x4fX(α)dα

Derivando in dy, si ha

ddy(x1x2fX(α)dα+x3x4fX(α)dα)

da cui si ottiene

ddy(x1x2fX(α)dα)=fX(x2(y))1dg(xi)dxfX(x1(y))1dg(x1(y))dx

da cui si ha la formula fondamentale (da ricordare)

FY(y)=i=1NfX(xi)dg(xi)dx

Questa è la formula più generale, dove

N=|{g1(y)}|

cioè il numero di risultati restituiti da g1(y).

Template:Matematica voce

Template:Matematica voce

Template:Matematica voce

Trasformazioni di tipo 22

Abbiamo un vettore di variabili casuali in partenza e vogliamo avere un vettore anche per la destinazione,

{Y1=g1(X1,X2)Y2=g2(X1,X2)

Template:Matematica voce

Siano le gi() continue e derivabili, per cui esistono le derivate parziali

g1xi,x2xi

Consideriamo l'intervallo

(a1,b1)×(a2,b2)

che contiene tutta la probabilità

P((x1,x2)(a1,b1)×(a2,b2))=1

Se g1(y¯), allora

fY(y1,y2)=0

Supponiamo che esista una partizione di (a1,b1)×(a2,b2) all'interno della quale le gi() siano monotone nei sottointervalli individuati. Siano le (x1i,x2i), i=1,2,,n tali che

{y1=g1(x1i,x2i), y2=g2(x1i,x2i), i=1,2,,n

Con tutte queste premesse, si ha la funzione di densità di probabilità congiunta

fY1,Y2(y1,y2)=i=1NfX1,X2(x1i,x2i)|det[Jg(x1i,x2i)]|

dove Jg è lo jacobiano

Jg(x1,x2)=[g1x1g1x2g2x1g2x2](x1,x2)

Template:Matematica voce

Template:Matematica voce

Template:Matematica voce

Trasformazioni di tipo 21

Siano X1, X2 due variabili casuali con densità di probabilità congiunta

fX1,X2(x1,x2)

continua e definita su {Ω,F,P}. Sia

g:2

una funzione misurabile continua e derivabile. Data la variabile casuale

Z=g(X1,X2)

qual è la sua distribuzione fZ(z)?

Primo metodo, somma di variabili casuali

Si ha

FZ(z)=P(Zz)=P(g(X1,X2)z)=P((X1,X2)DZ)

dove

DZ={(x1,x2)2 | g(X1,X2)z}

Si ha

FZ(z)=DZfX1,X2(x1,x2)dx1dx2

Partendo da qui, si può derivare per ottenere la funzione di densità di probabilità fZ(z).

Template:Matematica voce

Metodo 2, variabile ausiliaria

Si aggiunge una variabile casuale ausiliaria in modo da portare la trasformazione in una 22:

{Y=g(X1,X2)Z=h(X1,X2) variabile casuale ausiliaria 

Si applica a questo punto la tecnica risolutiva per le trasformazioni 22 ed otteniamo fY,Z(y,z)

In alternativa, si determina fY(y) integrando la fYZ(y,z) rispetto a Z,

fY(y)=+fYZ(y,α)dα

Template:Matematica voce

Osservazione: il secondo metodo è più semplice da utilizzare rispetto al primo, a patto che si scelga la variabile ausiliaria migliore possibile.

Template:Matematica voce

Determinazione di g()

Sia data una variabile casuale X con distribuzione FX(x). Determinare la funzione

g:

tale che la

Y=g(X)

abbia la distribuzione assegnata FY(y).

La soluzione di questo problema si articola in due passi:

  1. passaggio dalla FX(x) monotona alla variabile casuale U uniforme in (0,1)
  2. passaggio da U alla variabile casuale Y con FY(y) monotona.

Con uno schema a blocchi:

Si verifica che:

  • U=FX(x) è uniforme.
Infatti, si ha
FU(u)=P(Uu)=P(FX(x)u)=P(Xx)=U
  • Y=FY1(u)
Infatti, si ha
FY(y)=P(Yy)=P(FY1(u)y)=P(UFY(y))=FU(FY(y))=FY(y)

Indipendenza tra variabili casuali

Template:Matematica voce

Template:Matematica voce

Template:Matematica voce

Template:Matematica voce

Osservazione: abbiamo fatto trasformazioni 11, in cui si mantiene l'indipendenza.

Template:Matematica voce

Template:Matematica voce

Template:Nav fenomeni aleatori