Ulteriori applicazioni dei diodi nel trattamento dei segnali

Da testwiki.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Template:Risorsa


Attenuatore che utilizza la variazione della resistenza dinamica dei diodi di segnale

Un diodo sottoposto al passaggio di una corrente continua Icc presenta, per i segnali in corrente alternata Ica, una resistenza Rd (resistenza dinamica), che è variabile con l’intensità di Icc , Rd decresce con il crescere di Icc ; questa particolare caratteristica dei diodi consente la realizzazione di circuiti di attenuazione di segnale mediante la variazione di una corrente continua.

Un circuito attenuatore è mostrato in figura 1:


figura 1

Template:Clear

Come mostrato in figura il segnale alternato Si, che deve essere attenuato, è applicato tramite C1 ; R1 ai capi del diodo D, il quale, sottoposto alla corrente continua Icc che viene fatta scorrere attraverso R2, presenta alla corrente del segnale la propria resistenza dinamica Rd.

L’ampiezza del segnale Su, tra C2 e massa, dipende dal valore di Icc ; l’ampiezza di Su tenderà a ridursi quanto più la corrente Icc tenderà ad aumentare.

Se la reattanza di C1 è trascurabile rispetto ad R1 e R1>>Rd ; R2>>R1 l’ampiezza di Su è data dall’espressione:

Su=SiRd/R1.

Se la reattanza di C1 è trascurabile rispetto ad R1 e R1>>Rd ; R2>>R1 l’ampiezza di Su è data dall’espressione:

Su=SiRd/R1

Per ridurre al massimo la distorsione del segnale d’uscita Su è necessario che la corrente di picco, Isip, dovuta al segnale Si d’ingresso sia inferiore di almeno 1/10 della corrente Icc.

In figura 2 la risposta di un attenuatore a diodi con indicazione del livello di distorsione ( è indicato, in deciBel, come livello della II e III armonica per Si=500 mVeff costanti).

figura 2

Template:Clear In ascisse il livello di tensione continua Vcc di controllo, da 0.01 V a 100 V.

In ordinate il livello di Su mVeff con un minimo di 0.5 mVeff e un massimo di 500 mVeff

La curva mostra che per Vcc a basso livello la tensione di segnale Su è quasi uguale a Si, in queste condizioni il circuito non attenua Si e il livello di distorsione è contenuto nelle caratteristiche originali del generatore di Si ( la II^ armonica a -48 dB ; e la III^ armonica a -34 dB rispetto a Si).

Nel campo d'attenuazione di Si, per Vcc=1 V, e Su=45mVeff. ( la II^ armonica a - 34 dB ; e la III^ armonica a -28 dB rispetto a Su).


Generalmente le curve che mostrano come varia la resistenza dinamica Rd di un diodo in funzione della Icc devono essere ricavate sperimentalmente mediante un circuito analogo a quello di figura 1; i rilievi sperimentali devono essere condotti nel rispetto delle caratteristiche del diodo che indicano sia la corrente continua massima applicabile If sia la frequenza di lavoro Fo.

I diodi nella modulazione dei segnali

I diodi possono svolgere una funzione particolare, tra le altre già menzionate: quella di modulazione dei segnali a basso livello (modulazione non lineare).

Il processo di modulazione è una tecnica con la quale si modifica l’ampiezza di un segnale a frequenza elevata ( detto portante) con un altro segnale a frequenza inferiore ( detto modulante).

Di modulazione si tratta, ad esempio, nelle trasmissioni radio A.M. (Ampiezza Modulata) nelle quali la “portante” ( segnale a frequenza generalmente superiore ai 500 KHz) serve da supporto per la “modulante” ( segnale a bassa frequenza in voce o musica), affinché quest’ultima possa attraversare l’etere.

Non ci occuperemo in questa sede della modulazione radio, che fa parte di una branca tutta particolare dell’elettronica, ma della modulazione di piccoli segnali necessaria in alcune applicazioni di elettronica analogica.

Il più semplice circuito di modulazione a diodo è mostrato in figura 3:

figura 3

Template:Clear


Il modulatore è formato: dal trasformatore T1, al quale è applicata la tensione portante Vp a frequenza Fp , dal trasformatore T2, al quale è applicata la tensione modulante Vm a frequenza Fm , e dal diodo D collegato alla resistenza di carico RC .

Il funzionamento del circuito si basa sulla caratteristica di non linearità del diodo nel tratto iniziale di conduzione che, ricevendo la somma delle due tensioni Vp e Vm, la distorce dando luogo ad un insieme di segnali ( lo “spettro di modulazione”) le cui frequenze sono di seguito indicate:

  • il segnale di frequenza Fd pari alla differenza tra le frequenze Fp e Fm
  • il segnale Fs di frequenza pari alla somma tra le frequenze Fp e Fm
  • quota del segnale Fp
  • quota del segnale Fm
  • il segnale F2m di frequenza pari al doppio di Fm
  • il segnale F2p di frequenza pari al doppio di Fp

I due segnali Fd e Fs sono dette righe laterali.

Se la modulante Fm è costituita da una banda di frequenze, invece che da una sola frequenza, alle righe laterali si sostituiscono due insiemi di frequenze dette bande laterali.

Vediamo due esempi di come si caratterizzano numericamente gli spettri di modulazione:

1* esempio-Dati di base

Si calcoli lo spettro di modulazione nel caso che la tensione portante Vp abbia la frequenza Fp=150000 Hz e la tensione modulante Vm abbia la frequenza Fm=7000 Hz; se ne traccino i grafici.

Computazioni dello spettro di modulazione e grafici:

Sulla resistenza di carico Rc avremo le seguenti combinazioni di modulazione elencate iniziando da quella avente frequenza inferiore:

F2m=2Fm=14000 Hz

Fd=FpFm=143000 Hz

Fp=150000 Hz

Fs=Fp+Fm=157000 Hz

F2p=2Fp=300000 Hz

In figura 4 si traccia lo spettro di modulazione mediante un grafico a righe in cui in ascisse vengono posizionate le frequenze e in ordinate le ampiezze dei singoli segnali, entrambe non in scala:

figura 4

Template:Clear


Se filtriamo lo spettro di modulazione in modo da bloccare il passaggio di tutte le frequenze sotto e sopra le righe laterali otteniamo la portante modulata che si presenta, se vista su di un oscilloscopio, come indicato in figura 5.


figura 5

Template:Clear


Nella figura 5 i tratti fitti rappresentano la tensione della portante, alla frequenza di 150000 Hz, la cui ampiezza varia in dipendenza dell’ampiezza del segnale modulante Vm; lo spettro di questo segnale è composto soltanto da:

Fd=FpFm=143000 Hz

Fp=150000 Hz

Fs=Fp+Fm=157000 Hz


Osservazioni:

Nell’ esempio illustrato non abbiamo messo in evidenza i rapporti esistenti tra le ampiezze dei segnali che compongono lo spettro di modulazione, detti rapporti dipendono da un particolare coefficiente m detto grado di modulazione espresso dal rapporto tra l’ampiezza di picco della tensione modulante Vm picco e l’ampiezza della tensione portante Vp picco:

m=Vm.p/Vp.p

Una volta stabilito il grado di modulazione le ampiezze delle varie parti dello spettro risultano determinate così come indicato in figura 5:

2* esempio-Dati di base

Si calcoli lo spettro di modulazione nel caso che la tensione portante Vp abbia la frequenza Fp=100000 Hz e la tensione modulante Vm sia composta da una banda di segnali compresa tra Fm1=5000 Hz e Fm2=8000 Hz.

Si filtri lo spettro di modulazione in modo da bloccare il passaggio di tutte le frequenze sotto e sopra le bande laterali e se ne tracci il diagramma.

Computazioni dello spettro di modulazione e grafico:

In questo caso, collegato un filtro ai capi della resistenza di carico Rc, avremo, in uscita dello stesso, le seguenti le combinazioni di modulazione elencate iniziando da quella avente frequenza inferiore:

Se indichiamo:

  • con Fda e Fdb rispettivamente l’estremo inferiore e l’estremo superiore della banda laterale bassa
  • con Fsa e Fsb rispettivamente l’estremo inferiore e l’estremo superiore della banda laterale alta

abbiamo:

Fda=FpFm1=95000 Hz

Fdb=FpFm2=92000 Hz

Fp=100000 Hz

Fsa=Fp+Fm1=105000 Hz

Fsb=Fp+Fm2=108000 Hz

In figura 6 è tracciato lo spettro del nuovo segnale modulato nel quale le bande laterali sono evidenziate in grigio ( il grafico non è in scala ):

figura 6

Template:Clear


In figura 7 l'immagine oscilloscopica relativa allo spettro di figura 6:


figura 7

Template:Clear